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che elli è alcun .. e allora è detto animale civile e acom-
pagnevole; terzio, dicono avere la vita contemplativa
perché coÙlle intelligenze seperate participa. [35] Onde,
come dice Aristotele nella Politica: o l uomo è uomo o
elli è pegio che uomo, e allora è bestia; o veramente è
meglio che uomo, e allora è divino e mezzo iddio. E be-
ne che queste tre vite abbin poste, non è però ch ellino
abbino fatto o posto altro che due felicità, ciò è nella po-
litica vita e nella contemplativa; nella voluttuosa nel tut-
to niegano essere felicitade. [36] Puosono adunche,
quando politicamente vivea e secondo le virtudi politi-
ce, come principalmente la prudenzia, la quale è una ra-
gione diritta intorno alle cose da ffare ed è magiore
dell altre e sta nello intelletto sola; l altre virtudi da llei
guidate e modificate si ssono: e allora dire si puote l uo-
mo vivere come uomo e avere felicitade politica. [37]
Quando vive in contemplazione, speculando per sapien-
za, allora vive più che uomo, imperò che dà opera alla
parte divina, partecipando coÙlle sustanzie seperate; e
così ha felicità contemplativa. [38] Omai vedete e pen-
sate la sua felicitade e il suo fine, imperò ch elli è ve nu
to al suo perfetto be ne ; e però dice il Filo so fo nel pri-
mo dell E ti ca: la filicità è fine delli op eran ti per sé;
perfetto e soficiente b ene . [39] E in questa conclusio-
ne io, a correzzione del cancellieri, considerato quanto
Letteratura italiana Einaudi 152
Giovanni Gherardi - Il paradiso degli Alberti
elli ha ritrovato i fisici nostri, ritroverrò i suoi poeti, e
per lo presente solamente uno n adurrò, ciò è Ovidio
nel suo Metamorfoseos: «Animalia cetera terra, os homi-
ni sublime didit celumque videre». E voglio avere posto
fine al mio parlare . E così tacette.
[40] Udito quanto il maestro Biagio detto avea, da
ciascuno fu commendato il suo dire, parendo loro che
conclusivamente avesse sadisfatto come filosafo. [41] E
mentre che intorno a cciò ragionavano, disse il maestro
Luigi cotali parole:
Maestro Biagio, il vostro dire è vero, e non è dubio
che da ciascuno che secondo ragione intende tutto con-
fessare si dee. [42] Ma certo voi avete tanta effezione al
vostro Aristotele che a voi non cale ritrovare i teolagi
nostri; imperò che um-poco in tal materia più avante
procedono, come a vvoi, secondo mio credere, notissi-
mo èe.
[43] Fu, come detto è, la felicità dell uomo da lloro
detta e posta e così distinta, none però che a pieno ellino
potessono attignere la veritade. [44] Avenga che ellino
dicessono che nella vita voluttuosa non fosse da trovare
la felicità, e vero dicessono, non di meno della vita poli-
tica, la quali i teologi vita attiva si dicono, e simile della
vita contemplativa non in tutto il vero sentiro, imperò
che ellino ... se più ... i sanza altro aiuto ... sse ciascu-
no ogni peccato schifare ... e vivere secondo vita attiva
o contemplativa. [45] La qual cosa è falsissima, imperò
che a volere perfettamente vivere è di necessità la divina
grazia avere; adunche ogni bene che in noi è o fia viene
dal Padre celestiale, sanza la grazia del quale niente per
noi operare si potrebbe. [46] Adunche il nostro fine e
lla nostra felicità è in colui il quale di niente ogni cosa
produsse, al quale per le due vie di politica e di contem-
plativa si viene, come, ottimamente mostrandole, è stato
detto e determinato da voi .
[47] Mentre che questi ragionamenti erano, essendo
Letteratura italiana Einaudi 153
Giovanni Gherardi - Il paradiso degli Alberti
già l onestissime donne uscite delle loro camere e divo-
tissimamente udita la messa ed entrate nel giardino, fu
sentito venire alcuno valletto e pichiare la porta del pa-
lazzo e domandare, per parte di messer Bartolomeo del-
la Antella e di messere Giovanni de Ricci, se messer An-
tonio v era, dicendo che volentieri vedrebbono il luogo
e singularmente una fonte nuovamente fatta nel giardi-
no delli abeti, dove si dice essere aqua viva condotta in
grandissima abondanza.
[48] Messer Antonio che questo udia, sendo a caso
qui venuto, prestissimamente fece la porta aprire; e fat-
tosi incontra a preclari cittadini, e ismontati ellino de
loro cavalli, da llui furono lietissimamente ricevuti; [49]
e in grandissima letizia a lloro così dicea:
Molto ho da ringraziare la fortuna, o singularissimi
padri miei, che voi ha in questo tempo qui condotti,
considerato la conforme compagnia che alla vostra pa-
ternità s aparechia; il perché non dubito che prenderete
consolazione inistimabile. Ora coÙlla buona ventura an-
dialla a vedere .
[50] A cui i famosi cittadini così dicieno:
Messere, noi vegnamo questa mattina dall Antella
per la frescura, e ragionando delle aque e come e quanto
miracolosamente a credere il maestro Buonavere le ri-
trovava, giudicava e certissimamente predicea, non al-
trementi di quelle faccendo che uno astrologo nella par-
te motina giudicasse surgere e coricare le stelle: di che
per tutta Italia grande amirazione si era. [51] E come
del profondissimo pozzo da Pazolatico mio a una span-
na predisse la vena e di parte in parte predicendo che e
quale terreno si troverrebbe, e così realissimamente adi-
venne, e simile, come del mio, così di molti e molti dire
si puote, ma singularmente molto notabile di quello di
Montefiasconi. [52] E voi udito avere una fontana abon-
dantissima fatta venire nel vostro giardino, diliberamo,
prima che nella città entrare, vedella; e però siamo venu-
Letteratura italiana Einaudi 154
Giovanni Gherardi - Il paradiso degli Alberti
ti, pregando voi che per noi non prendiate sconcio alcu-
no, anzi andatene alla vostra brigata né per noi soprasta-
re .
[53] IÙgiovane cavalieri, questo udito e loro per la ma-
no prendendo, sanza altro dire dentro dal giardino li
menava, là dove la onorevole compagnia trovaro. E da
lloro con molta festa riceuti, facendosi ciascuno incontra
di loro, lietissimamente dicieno:
Questo è a nnoi sommo piacere, che voi la buona
fortuna fatto sì v abbia venire, sperando con voi il gio-
condissimo tempo passallo e godello .
[54] Ed ellino, raguardando e parendo loro questa
raunanza di tanti valorosi e famosissimi uomini quasi
uno impossibile, così dicieno:
A nnoi non è questo sanza singularissima grazia, ri-
trovarci in tanto collegio, dove noi non sapiamo in alcu-
na parte potersi ragunare tali né tanti venerabili e pre-
clarissimi padri quanti al presente veggiamo qui
ritrovare; [55] per la qual cosa noi pensiamo che per
eletto diporto fatto l abbiate, ché certo altro luogo più
commodo, più dilettevole e grazioso trovare si potrebbe
che questo per molte e molte, anzi infinite ragioni. Il
perché, non vogliendo impedire i vostri piaceri, vi pia-
cerà lasciarci ire a nostro viaggio e darci licenza .
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